Il Tempo

Il senso della lentezza

(Stefania). Mose, un ragazzo del villaggio, mi rimprovera per il mio passo troppo veloce e mi chiede in inglese “why so fast?” (perché così in fretta?) e in uno swhaili per me poco comprensibile mi dice “pole-pole” che significa lentamente.

(Davide). Agli occhi di noi stranieri, il ritardo in Tanzania potrebbe rappresentare un problema serio al quale trovare una rapida soluzione. Tutto qui sembra poter aspettare, fatta eccezione per i periodi di semina e di raccolta  durante i quali sono le condizioni meteo e la maturazione dei prodotti a dettare i tempi, rendendo cedevole ogni tentativo di rimandare le attività alle quali, mediamente, si dedicano le persone di un villaggio.

(Marzia). Al villaggio è piacevole riscoprire il lento scorrere delle giornate scandite da fatiche ed emozioni. L’importanza di ogni sorriso, la specialità di ogni incontro, genuino e semplice. Ciò che non manca mai è il tempo per gli altri e per la cordialità che accompagna la giornata dalle prime ore del mattino fino alla luce fioca delle candele della sera, davanti ad una chitarra con una birra calda sotto un cielo infinito di stelle.

(Stefania). Questo posto diventa per me una “palestra del tempo”, dove occorre allenarsi per poter essere almeno cosciente di un trascorrere lento. E così tutti i giorni mi alleno un po’ ma il cammino è infinito, senza fine e senza fretta.

(Stefania). La semplicità  e la pacatezza dei gesti quotidiani  rende la vita delle persone più completa e genuina. Qui non c’è elettricità né acqua. Ogni giorno le famiglie, per potersi lavare e cucinare, prendono l’acqua dalla fontanella più vicina. E così un gesto semplice come aprire il rubinetto si dilata nel tempo, si trasforma in una passeggiata di bambini e donne che portano sul capo secchi colorati di acqua.

(Marco). Il daladala (piccolo bus), l’unico che tutti i giorni offre due corse dal villaggio alla città e tornare, annuncia il consueto ritardo, fedele alla tradizionale lentezza che governa il tempo qui. Arriverà prima o poi, esattamente come è successo ieri, basta avere la pazienza di aspettare.

(Marta) Passano i giorni e scopri che il tempo è solo apparentemente rallentato, che al villaggio semplicemente si vive con più consapevolezza – dei gesti, dei sapori, del tuo corpo, dei tuoi pensieri, dell’altro…. Tutto, anche un’emozione, risulta più nitido e puro.

(Nicola) Preparare il fuoco e la brace, aspettare che il cibo si cuocia fa si che il ritmo cali drasticamente, ad un livello spaventosamente basso per le nostre consuetudini. Però senza questo calo non avremmo la possibilità di scoprire meglio ciò che ci circonda, di ammirare il cielo stellato, di approfondire meglio l’amicizia con le persone che ci stanno accanto. È da due giorni che siamo al villaggio, stiamo camminando lungo una strada di terra battuta che porta al centro del villaggio e sento una sensazione strana dentro di me che comincia a prendere il sopravvento. La vita che stiamo facendo è senza ritmi scanditi dall’orologio, senza quella frenesia del mondo occidentale che in genere ci accompagna in ogni momento della giornata.

(Cristina) Come sempre quando arrivi in un posto nuovo, la curiosità si muove da sola verso qualsiasi cosa appartenga a quel luogo e a quella gente. Un posto in cui i ritmi sono del tutto diversi, più lenti, scanditi…più tempo per salutare una persona cara, più tempo per godere di un cielo stellato senza luci intorno, calpestare le foglie cadute dagli alberi che ancora danzano con le stagioni.

(Sara) Ho l’impressione che tutto sia immobile ad ammirare questo spettacolo della natura, forse fermo a qualche millennio fa, forse fermo a guardare il tempo che sembra invece non scorrere.

(Silvia) Amo anche sedermi sul tronco di fronte casa con il mio libro da leggere o il mio diario da scrivere, avvolta da quei caldi colori che solo i tramonti africani sanno regalare. E’ il mio momento preferito per scrivere le mie impressioni della giornata trascorsa, per ascoltare i miei dubbi, le mie domande, che molto spesso però rimangono senza risposta. Nella mia vita frenetica non ho mai avuto tanto tempo da dedicare a me stessa, sono stata sempre sommersa da impegni, studio ed i minuti, secondi scanditi dall’orologio hanno sempre dettato il ritmo delle mie giornata, ma, seduta su quel tronco, mi rendo conto che le vere emozioni possono già nascere semplicemente anche solo dai colori di un tramonto e della terra che lo accoglie, basta saperlo vivere e percepire appieno.

(Anna) Il tempo al villaggio è scandito solo dal giorno e dalla notte, tutto sembra scorrere nella maniera meno percettibile. La gente continua a vivere il momento presente.

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